“Finché cerchi l’amore con occhi egoisti…” –

“Finché cerchi l’amore con occhi egoisti
il cruccio del rimpianto ti aspetterà”

(Hakim Sanai – Il giardino cintato della verità)

Siamo stati abituati a pensare all’amore come a qualcosa che si deve soprattutto ricevere e quindi possedere, in certi casi anche pretendere!
Così ci ostiniamo a chiamare “amore” una pulsione che nasce dal bisogno egocentrico di auto-affermazione e di “verifica” del nostro potenziale.

In questo gioco, l’Altro, l’oggetto del desiderio, perde i suoi tratti essenziali, che diventano irriconoscibili, mentre gli attribuiamo connotazioni che appartengono solo ai nostri bisogni; in altre parole, l’Altro da noi, diventa uno strumento, un oggetto: lo specchio dei desideri insoddisfatti.

Amare in modo cosciente,  disinteressato, potrebbe essere una soluzione, ma quanto è realmente possibile in una relazione di coppia? E ne siamo capaci? E poi, in fondo, la relazione di coppia, il desiderio di essa, nasce anche dal bisogno assolutamente naturale di dare e ricevere… quindi, ci diciamo, è cosa buona e giusta!

Spesso mi sono sentito dire, ed io stesso ho constatato, che l’amore disinteressato (in cui l’interesse dell’Altro è messo al primo posto) non ha prodotto il risultato sperato: un ritorno d’amore.
Dove sta l’inghippo?

Intanto sarebbe opportuno osservarci in profondità, oltre la maschera ipocrita del buonismo, e magari scoprire che quell’amore disinteressato poi tanto disinteressato non era…
Una certa parte di noi stessi covava il naturale ed ovvio desiderio di essere contraccambiata.

Dato che nulla si può realmente dare senza altrettanto opportunamente ricevere, come in un perfetto equilibrio dinamico,  ciò che forse occorre fare è cambiare totalmente il punto di vista, anzi in questo caso direi più esattamente: cambiare la visione, la nostra proiezione.

Infatti, dato che ciò che vedo nello “specchio” dell’Altro sarà in ogni caso l’immagine di me stesso… così pure sia; ma con un’altra “modalità”, addirittura più accentuata!
Provo a spiegarmi meglio…

Se nell’Altro, nel Partner, nell’Oggetto del desiderio, cerco di vedere non già le mie proiezioni fantasmagoriche ma essenzialmente il mio Sé in altra forma apparente… un altro me stesso, quel me stesso che ha bisogni e desideri affini e anche dissimili, quel me stesso che voglio conoscere a fondo, per nutrirlo e nutrirmene… ecco che allora il miracolo dell’Amore sgorgherà immediatamente in me; il ritorno agognato sarà immediato e pervaderà tutto il mio essere colmandolo di gioia.
Così  scopriamo che l’Amore per l’Altro è Amore per Sé; l’egoismo distruttivo si è trasformato
in compassione; in noi stessi troviamo nuova energia, inesauribile, che possiamo donare in un ciclo virtuoso auto-rigenerante.

Comprendiamo allora come, in questo stato sublime di gratificazione e di unità, in questo amore adulto, ogni pretesa all’esterno, ogni richiesta ulteriore sia superflua e “…tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù“.

Questa può anche essere una spiegazione di come funziona la Legge di Attrazione in amore e nelle relazioni.

Sono assai benvenuti i tuoi commenti costruttivi a questa meditazione sull’amore cosciente.